A Matera, in riva al mare,
c'è la madre di un signore
(un soggetto, un tizio, un tale...)
che in maniera amatoriale
e del tutto non virile
matta e ria vedo intimare,
con un'arma immateriale,
l'armatore di un reale.
Si dà il caso che il signore
(l'armatore, il tizio, il tale...)
minacciato con livore
della prima sia (stupore!,
lo direste?) il genitore.
Forse fragorosamente,
forse colto da remòre,
(da remòre? non è piana...
dillo bene per favore!)
il sollecito lettore
vispo e all'erta ormai da ore
dirà "Scusi," all'autore
"ma dev'esserci un errore.
Non può essere il signore,
della donna in riva al mare,
la progenie e il genitore".
Egli, essendo un armatore,
disponendo di congegni
da difesa di valore,
non dovendosi curare
di quell'arma immateriale
che è tutt'altro che reale
e non serve a intimorire,
senza rèmore la assale
(ora è giusto, niente male...)
ma la madre gli ricorda
che a Matera non c'è il mare
dunque tutto lo scenario
che ho descritto in queste righe
vive solo nel mio dire
e la scena surreale
che persevero a narrare
non si può verificare.
Non per spregio (ovvio, no) ma
per potersi migliorare
è invitato ad umiliarsi
il sollecito lettore
che all'anagrafe va e dice
"non può essere la donna
figlia ed anche genitrice"
contestando la stranezza
di un legame familiare
che (diciamolo, va bene...)
sarà pure irregolare
ma si situa in una scena
che è del tutto surreale
perché come ricordava
la signora all'armatore
(al soggetto, al tizio, al tale...)
a Matera non c'è il mare.