24 giugno 2019

Anna Karenina di Lev Tolstoj. Riassunto quasi un saggio

Tutti i refusi sono voluti. 
La malriuscita coerenza intrinseca della struttura dei capitoli no.

Perché un’altro articolo su Anna Karenina?
Appunto, perché un’altro? Si scrive un altro.
Il libro mi è piaciuto molto e mentre lo leggevo lo raccontavo a tutti, talvolta anche ai non interessati; ho pensato che bisogna fare un sunto avvincente per le persone moderne che non hanno tempo per pensare (e infatti votano Lega) e tanto meno per leggere un romanzo scritto 150 anni fa da un vecchio con la barba. Vecchio...aveva poi meno di 50 anni.

Io ho letto una copia edita da Repubblica, sarebbe a dire dal gruppo editoriale l’espresso, 15 anni fa circa e stampato su carta senza cloro, se può avere importanza un’informazione del genere. È una bella edizione economica ma dalla copertina rigida, segnalibro e traduzione di Laura Salmon. Un grazie particolare va all’editore che nella introduzione rivela il finale del libro. C’è ancora in giro gente che vuole leggere i libri per sapere come vanno a finire le trame e non come vuole sorbirsi solo dei trattati di storia. Anche l’immagine in copertina è significativa. Il libro ha un buon odore e un cofanetto che lo contiene.

Trama e storia
La storia è divisa in 8 parti
All’inizio vengono introdotti i personaggi e presentati in sequenza così che si possa capire tutto da lì in poi. Riporto un disegnetto fatto da me che mostra quali sono i legami tra gli attori. Oltre a questi ve ne sono altri a dire il vero, ma io rappresento solo i principali.





AAK = Aleksej Aleksandrovic Karenin = marito di AKO
AKO = Anna (Arkadevna) Karenina Oblonskaja = Anna
SZ = Sereza Karenin = figlio di AAK e AKO
V = Aleksej Kirillovic Vronskij = amante di AKO
A = Anna = figlia di AAK e V
SAO = Stepan Arkadevic Oblonskij = fratello di AKO, marito di DAS
DAS = Daria Aleksandrovna Scerbackaja = moglie di SAO e sorella di KS
KS = Ekaterina Aleksandrovna Scerbackaja = sorella di DAS e moglie di L
L = Konstantin Dmitric Levin = marito di KS, amico di SAO, alter ego di Tolstoj

Vi sono intrecci familiari, come in Guerra e pace di Lev Tolstoj e in Beautiful di Rete 4.
Guerra e pace parla di guerra e...di pace! diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. Parla di guerra e di “Natasha che non sa chi amare perché è una puttana”.
In Anna Karenina non ci sono scene di guerra noiose. Tuttavia ci sono riflessioni su temi del tempo, più o meno interessanti.

Il romanzo è ambientato nella russia zarista nella seconda metà dell’800, la servitù della gleba è appena stata abolita e vi è una marcata distinzione tra nobili e non. I problemi principali dei nobili sono 2:
  • Sposarsi
  • Conversare adeguatamente
Nella divisione sociale tra nobili e servi così fatta, si vedono eccome i prodromi della futura rivoluzione, che è stata appoggiata dai poveri in russia i quali avevano questa discendenza. È un argomento ampio che non affronto qui perché non posso e non sarei neanche in grado.

Anche nei libri di Fedor Michajlovic Dostoevskij il tema dei matrimoni è ricorrente. I commenti e i paragoni tra Lev Tolstoj e Dostoevskij li rimando alla fine perché sono immancabili quando si parla di uno o dell’altro. L’unica cosa che hanno avuto in comune è che entrambi facevano gli scrittori ma, se si vanno ad analizzare le rispettive opere, per me non c’è nulla che li accomuna (per fortuna, aggiungo). Il romanzo è scritto in modo tecnicamente perfetto fin da subito, basta pensare che è circa contemporaneo a I demoni e L’adolescente di Dostoevskij che invece sono guazzabugli insensati per quanto li metto tra i libri che ho apprezzato di più (molto di più dei libri di quel pezzente di Tolstoj ovviamente).

Antefato
Attenzione! contiene anticipazioni (ma del resto chi non ne contiene al giorno d’oggi?)
Stepan Arkadevic Oblonskij è il fratello di Anna Arkadevna Karenina Oblonskaja (Anna) e marito di Daria Aleksandrovna Scerbackaja (Dolly), oltre che amico di Konstantin Dmitric Levin. Stepan ha tradito Dolly ma i due restano insieme perché Anna convince Dolly a rimanere con suo marito. Levin è innamorato di Kitty, sorella di Dolly, che prima rifiuta la sua proposta ma poi in seguito la accetterà. Anna è sposata con Aleksej Aleksandrovic Karenin (e perciò è una Karenina) ma lo tradisce con il conte Aleksej Kirillovic Vronskij, che poi è lo stesso di cui si era “innamorata” Kitty e per il quale aveva rifiutato inizialmente Levin, salvo poi scoprire che Vronskij non la amava.

La relazione tra Anna e Vronskij viene scoperta dal marito e ammessa dalla stessa Anna che per di più rimane incinta (il signor Karenin vedrà la nascita della piccola nel corso della storia). Il marito di Anna riesce a gestire la cosa in maniera subdola fin da subito (abbastanza subdola che io possa apprezzarne il comportamento meschino e perfido) per fare ricadere tutte le colpe sulla consorte. Dapprima vorrebbe chiedere il divorzio ma poi decide di perdonarla facendola sentire ancora più in colpa. Ma Anna si sente veramente colpevole? Ma che ne so, io il libro l’ho letto anni fa e non ricordo più tanto.

Alla fine della IV parte Anna e Vronskij si allontanano dalla città (che in questo momento sinceramente non ricordo nemmeno se sia Pietroburgo o Mosca perché il romanzo si svolge a metà tra le due, comunque penso che abbia importanza marginale per quelli che sono i miei fini) pur senza alcun divorzio formalizzato tra Anna e Karenin; il figlio di Anna, Sereza, rimane con il padre mentre la figlia Anna Junior va con i genitori che poi sarebbero Anna e Vronskij.
In particolare nella IV parte ci sono scene degne della fiction di più bassa lega, come quando Kitty ricambia l’amore di Levin, quando il suicidio di Vronskij non va a buon fine, la decisione di Karenin di perdonare e altra robaccia…
Insomma ci sono più punti sensazionali che fanno venire voglia di proseguire la lettura.

Personalmente, nella prima metà del romanzo tengo le difese di Karenin e non della moglia. Inizialmente pare che entrambi vogliano in fondo fare ricadere le colpe sull’altra parte ma il marito viene quasi dipinto come un buono nell’animo e sincero.
Per esempio, ho proprio l’impressione che Anna chieda il perdono del marito (quando ha partorito e crede di morire) sperando che lui non la voglia perdonare, così da farlo passare per cattivo. Invece il signor Karenin la perdona con spirito cristiano e la rende così sottomessa e misera.

V parte
Descrive scene di Anna e Vronskij in Italia e all’estero e il loro ritorno a Pietroburgo. Anna va a teatro facendosi dare della puttana da tutti quelli che la vedono, anche se il compagno le aveva sconsigliato di farsi vedere a teatro dove tutti li conoscono. Ma lei no, insiste, dio boia...
Qualche pagina dopo, Anna non resiste alla voglia che ha e rientra nella casa di Karenin, con il quale peraltro è ancora ufficialmente sposata, per vedere suo figlio Sereza che intanto è cresciuto.

VI parte
Vi sono prevalentemente scene di Levin in campagna (scene di caccia) e della sua gelosia per Kitty. Anche nella III parte vi erano stati molti capitoli lenti sull’agricoltura ma sicuramente non siamo a livello delle scene dei combattimenti in Guerra e pace che sono anche peggio. Dolly inizia a pensare che forse avrebbe dovuto abbandonare il marito quando questo la tradì, invece di dare retta ad Anna, sorella di Stepan, che predica bene e si comporta male.
Elezioni dei governatori in provincia (inutili le digressioni dei russi), poi Anna decide di chiedere il divorzio e va a Mosca con Vronskij dove vivono con una coppia spostata (avrebbe dovuto essere “come una coppia sposata”, ma c’è stato un refuso).

Nella VII parte nasce il figlio di Levin (che al padre fa schifo perché come tutti i neonati è bruttissimo e rosso) e la sofferenza di Anna è sempre più accentuata e trasmessa al lettore; Anna pensa che Vronskij non la ami più e infine decide di uccidersi buttandosi sotto il treno. Con riferimento anche al personaggio che era morto sotto al treno, nella prima parte, tra l’indifferenza di tutti. Anche di me che mi ero dimenticato di scriverlo.

A questo punto, potrebbe finire il libro (anzi dico che era appropriato porre il termine con la morte dell’eroina, visto pure che tanta gente mi ferma tra Bologna e Firenze chiedendomi una firma contro l’eroina) e invece l’autore ha l’insana idea di proseguire con la VIII parte, facendo finire il libro più di una volta tipo Freedom di Franzen (anche questo signore altro fenomeno sopravvalutatissimo), in cui parla di temi che gli stanno a cuore (religiosi e politici) che certamente in un modo o nell’altro avrebbe potuto inserire prima (in che modo? non sta me a dirlo visto che lo scrittore professionista è Lev Tolstoj ed è giusto che lui fare il suo sporco lavoro invece di coltivare le mele e le api).
Poteva sconvolgere tutto facendo morire Kitty e il figlio (non un finale sensazionale seppur improbabile, che avrebbe salvato il salvabile dal punto di vista narrativo e della dignità dell’autore) e invece i due personaggi sopravvivono rendendo l’ultima parte davvero opprimente e superflua. 

Tutto sommato è un bel romanzo che mi permetto di consigliare.

Tolstoj e Dostoevskij
È un confronto affrontato da tutti e io non mi tiro indietro. Per quello che ho potuto verificare i libri di Tolstoj sono scritti meglio (a tratti molto meglio, a tratti leggermente, a volte no, ma generalmente sono più ordinati e più facili da leggere) ma non sono per niente paragonabili ai libri di Dostoevskij se si parla del coinvolgimento emotivo. La sensazione che si ha è ben descritta dal seguente frammento che ho trovato in rete:
Non c’è via di mezzo. Se non siete coinvolti con ogni fibra del vostro essere, allora non state leggendo Dostoevskij. Se state leggendo Dostoevskij e non siete coinvolti con ogni fibra del vostro essere, allora non state leggendo. Perché se niente si smuove, se dentro restate freddi e monolitici, se non piangete, non ridete e non vi trovano imbambolati sul gradino davanti casa, allora mai nient’altro vi muoverà. (Chiara Pagliochini)



Dostoevskij fa venire i brividi, soprattutto I Demoni.