29 agosto 2015

sicurezza e realtà

Sono giovane spavaldo e attacco bottone alle ragazze.
Alla fine del mese di luglio, un amico che non vedo da circa un anno mi chiede se mi va di partecipare alla cerimonia della sua laurea. Sorpreso dall'invito, decido di recarmi all'evento e appena scendo dal treno compro 3 biglietti per l'autobo visto che devo raggiungere anche la sede della compagnia assicurativa con la quale ho deciso di stipulare un contratto. Per farla breve, ho bisogno di una assicurazione personale poiché mi recherò in Nuova Zelanda per restarci 5 mesi e là la sanità è semi-pubblica, quindi potrebbe farmi comodo, nel caso mi facessi del male, avere una assicurazione.
Pur essendo in possesso dei biglietti, raggiungo l'assicurazione a piedi; ci sono poche sedi in Italia e una è proprio qui a Bologna. Da lì prendo l'autobus in direzione dell'università che è oltre porta Saragozza, quindi dall'altra parte della città. Partecipo alla laurea e al termine, proprio mentre sto pensando di salire sul 33, un amico mi suggerisce il 32, più pratico per andare alla stazione dei treni.
Attendo il 32 insieme a una donna anziana e a una giovane ragazza. Parlano tra loro e io mi faccio gli affari miei, fino a che sento la vecchia dire
Io non ho niente ma proviamo a chiedere a questo giovane, forse lui ce l'ha
Che cosa volete insomma?, rispondo io
Si riferisce al biglietto dell'autobus. La ragazza non l'ha acquistato e preferirebbe procurarselo prima di salire a bordo del mezzo, perché sa che altrimenti il costo è di 1 euro e 30, mentre è di 1 e 10 se lo si prende prima.
Io, che fino a quel momento avevo utilizzato solo uno dei 3 biglietti perché ero andato a piedi in viale Berti, decido di regalarle quello che mi avanza in modo da fare bella figura.
E' il tuo giorno fortunato, le dico, ho un biglietto in più che non mi serve
Sono tirchio e non posso che approvare lo spirito della ragazza che desidera risparmiare 20 centesimi. Se le avessi chiesto 1 euro e 20 avremmo guadagnato entrambi 10 centesimi. Una volta saliti sull'autobus, dopo un rimprovero da parte della vecchia perché ho provato a difendere un ragazzo immigrato, non mi siedo di fianco alla ragazza; da vero gentiluomo voglio mostrarle che non mi sento in diritto di attaccarle bottone solo perché le ho dato il biglietto. E' invece lei che mi si avvicina e iniziamo a chiacchierare. Così scopro che è pugliese ma vive a Milano, dove ha studiato giurisprudenza all'università Bocconi e si è laureata. Ora deve prendere il treno per raggiungere i parenti che vivono a Fano. Racconto alcune cose su di mè, tra cui il fatto che partirò presto per la Nuova Zelanda e che non conosco la lingua italiana. Giunti alla stazione, ci salutiamo perché lei va a Fano mentre io torno a casa mia e devo darmi una mossa se non voglio perdere il treno che parte alle 12 e 52, il prossimo c'è alle 13 e 28 e sarei anche costretto a cambiare a Modena.
Questo sembra proprio un addio, le dico, non credo che ci rivedremo mai più
Chi lo sa, magari ci incontreremo quando sarai tornato dalla Nuova Zelanda.
Mi allontano e quando mi sono già seduto sul treno capisco che ho sbagliato tutto; scendo immediatamente e ritorno là dove ci siamo lasciati. Non è più lì ovviamente, così cerco il binario da cui parte il treno per Fano ma ho difficoltà perché non so dov'è Fano (ma chi sa dove è Fano?). Leggo sul tabellone, un po' a cazzo di cane, le fermate dei vari treni ma non trovo Fano finché un disgraziato mi chiede se ho bisogno di aiuto. Lo supplico per avere le giuste indicazioni, mi manda al binario 9 e gli regalo un euro. Tra la gente, individuo con difficoltà la ragazza che sola legge un libro. Lei è sorpresa di vedermi e io invento una bugia, le dico che ho perso il treno e che preferisco passare mezz'ora con lei che da solo.
Parliamo ancora un po' e arriva il treno che stava aspettando. Quando ci salutiamo per l'utlima volta, mi dice che era a Bologna perché lì vive il suo fidanzato.
Ho preso una botta sui denti che mi è costata 2 euro e 10 e qualche ora di vita.